Che cos'è un racconto breve?
Prima di essere una narrazione breve, il racconto, è una narrazione incompleta. Difatti ha inizio dopo che qualcosa è già accaduto e termina quando qualcosa deve ancora accadere. A differenza del romanzo, che cerca di rispondere e di contenere tutto, il racconto è un punto di domanda. Usando una nota metafora, il romanzo ha la pretesa di costruire per noi una casa da abitare, al contrario, il racconto è una finestra aperta sulla casa di qualcun altro.
Raymond Carver, paragona il racconto a “qualcosa di illuminato solo per un istante”, dunque qualcosa di intravisto. Questo breve bagliore, questa metafora che d'improvviso s'accende e svanisce al contempo è il punto cardine del racconto. Nella trama, capita qualcosa al protagonista che ne modifica la percezione, la visione del mondo o più in particolare, gli fa vedere le cose in maniera diversa. Per dirla con Cortázar è “ritagliare un frammento della realtà, fissandogli determinati limiti, ma in modo tale che quel ritaglio agisca come un'esplosione che apra sulla realtà molto più ampia”. Per questo parla di apertura, che facendo leva sull'intelligenza e sulla sensibilità del lettore, lo conduce verso qualcosa che trascende il semplice aneddoto descritto.
Hemingway la chiama “la teoria dell'iceberg”: la storia è dentro l'acqua, fuori, in superficie c'è il racconto. “Io cerco sempre di scrivere secondo la teoria dell'iceberg. I sette ottavi di ogni parte visibile sono sempre sommersi. Tutto quel che conosco è materiale che posso eliminare, lasciare sott'acqua, così il mio iceberg sarà sempre più solido. L'importante è quel che non si vede. Ma se uno scrittore omette qualcosa perché ne è allo scuro, allora le lacune si noteranno”. Per questo del protagonista bisogna conoscere più cose possibili, anche se poi non verranno utilizzate nel racconto. Questo aiuterà a definirlo meglio, dandogli spessore e verosimiglianza.
Un buon racconto si basa su un'idea principale. A differenza del romanzo, che può avere anche più protagonisti, più personaggi che gli girano intorno e più sotto-trame, il racconto si caraterizza nella possibilità di descrivere un certo momento della vita di un protagonista, intorno al quale ruotano pochi personaggi che danno vita ad una trama ben definita. Spesso il racconto è la narrazione di un cambiamento.
Il romanzo e il racconto richiedono virtù differenti. Il primo esige anche anni di scrittura, durante i quali la nostra immaginazione deve restare fresca e allenata. Necessita di una grande resistenza. Il racconto è più maneggevole. Lo si può scrivere e riscrivere in pochi giorni o in poche settimane. La riscrittura è molto importante. Sulla riscrittura ci viene in aiuto ancora Carver, ”Evan Connel disse una volta che si rendeva conto di aver finito un racconto quando, rileggendolo, si sorprendeva a togliere delle virgole e poi lo rileggeva da capo e rimetteva le virgole al loro posto. Mi piace questa maniera di lavorare su qualcosa. Rispetto molto questo genere di cura che uno si prende per quello che fa. In definitiva, le parole sono tutto quello che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste, con la punteggiatura nei posti giusti in modo che possano dire quello che devono dire nel modo migliore. Se le parole sono appesantite dall'emozione incontrollata dello scrittore, o se sono imprecise e inaccurate per qualche altro motivo – se sono, insomma, in qualche maniera sfocate- fatalmente gli occhi del lettore scivoleranno sopra di esse e non si sarà ottenuto un bel niente”.
Letture consigliate:
Raymond Carver,
Il mestiere di scrivere, Einaudi Super ET
Paolo Cognetti,
A pesca nelle pozze più profonde, Minimum Fax
Igort,
Consigli (non richiesti) per giovani samurai del racconto, Oblomov
Ernest Emingway,
I Quarantanove racconti, Einaudi
Luca Santoro