Si sta fermi, seduti, sdraiati. Lo sguardo fisso sulla pagina (ora anche sullo schermo), in realtà tutto si muove, tutto cambia, siamo lì e non ci siamo davvero, quando si alza lo sguardo può anche sembrare che il reale che ci circonda ci appaia più estraneo della storia che stiamo leggendo anche
se è ambientata in un altro continente e in un altro secolo. Quindi c'è magia e il lettore è parte della magia assieme al libro, è fondamentale perchè la magia funzioni. E bisogna sapere che a volte non funziona. Ho attraversato i primi anni della mia età adulta leggendo tantissimo e sentendo
costantemente il bisogno di leggere. Quando incontravo un autore che mi piaceva, leggevo tutto quello che potevo su quell'autore, inciampando anche in letture che non incontravano il mio gusto, ma totale era la mia fiducia nell'autore e nella sua capacità di farmi entrare nella magia sempre. Le persone a me care sono forti lettori, qualcuno è nella mia vita da molto, qualcuno da meno tempo, la possibilità di condividere l'esperienza della lettura ha arricchito queste relazioni. Diventanto grande però ho sentito in me il coraggio di uscire dalla mia stanza, dal mio divano, dai miei amici, dal conforto sicuro della lettura così come l'avevo vissuta fino a quel momento e pensare di condividere l'esperienza con altri lettori che non fossero i miei amici, in altri luoghi che non fosse casa mia o il mio giardino. Ho cominciato a pensare di partecipare ad un Gruppo di Lettura.
In quel momento quello più vicino a casa mia era a diversi chilometri e sarebbe stato complicato parteciparvi. Nel mio immaginario di allora i lettori si assomigliavano un po' tutti, e tutti assomigliavano a me. Facevo delle distinzioni solo di età, avevo in mente uno scarto di una decina d'anni che faceva la
differenza in più o in meno. Le persone più grandi di me di una decina d'anni avevano letto molti più autori classici di quanto non avessi fatto io, e i lettori più giovani di me di una decina d'anni erano maggiormente attratti da letture di genere. A parte questa classificazione del tutto arbitraria
immaginavo che tutti i lettori che avrei potuto incontrare in un Gruppo di Lettura sarebbero stati esattamente come me. Non era egocentrismo, era proprio ignoranza, era proprio non essermi trovata mai di fronte a qualcuno che vivesse l'esperienza della lettura in modo diverso da come la vivevo io.
Credevo che essere Lettore producesse una sorta di appartenenza, di fratellanza che rendeva tutti un po' uguali. Pensavo inoltre che fosse semplice parlare di una lettura, esprimere a parole le emozioni che si erano susseguite in me durante la lettura, pensavo fosse facile parlare di ciò che piace.